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Conoscenza e consapevolezza

 

Conoscenza e consapevolezza

“Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Scriveva così Marguerite Yourcenar, nel suo capolavoro, “Memorie di Adriano”. Una metafora calzante che, nella fattispecie, trova anche uno specifico compimento, e un manifesto di senso che sposa perfettamente quel bisogno di solidità che da più parti viene reclamato, a fronte di un attraversamento storico, all’insegna della fluidità e della incertezza.
Questa rappresentazione sociale, figlia di trasformazioni pur necessarie, che consentono l’avvio di processi di sviluppo, non può che proiettarsi su una idea indispensabile di futuro. Perché mantenere viva tale dimensione?

Per una risposta di circolarità di tempo, di storie, di tradizioni, di radici e perché no, di sogni. Le modalità sono correlate alle opportunità trasversali che un mondo sempre più piccolo, in quanto collegato in ogni sua parte di mosaico geografico, offre, riporta. Quella privilegiata pare essere proprio la strada della cultura. Rafforzare processi, invertire paradigmi, investire in risorse sono azioni che accompagnano nella costruzione consapevole del proprio futuro, dei propri diritti e, quindi, dei propri doveri. Significa, sostanzialmente, abitare con cognizione le proprie scelte, non subirle, ragionarle, dar loro una collocazione sul doppio piano, razionale ed emotivo, in una forza equilibrata e armonica, di progetti, aspettative, impegni, realizzazioni. Un riverbero tangibile da leggere nelle immediate trame del tessuto sociale, che apprende la meraviglia dell’autodeterminazione, non tanto come un fatto individuale, ma come una radice identitaria che punta a rafforzarsi, a stabilirsi, a costruirsi una casa solida, in una vera e propria comunità. Il sentimento di comunione che in essa si instaura è la risposta concreta alla offerta educativa, pedagogica e formativa che non celebra se stessa, ma che diviene metodo e modello, nella sua espressione più libera e, per tale ragione, consapevole.